Attacchi hacker: quali sono e come si stanno evolvendo

Attacchi hacker: quali sono e come si stanno evolvendo

Gli attacchi hacker sono intrusioni nei sistemi informatici progettati per accedere, manipolare o distruggere dati. Possono essere eseguiti da singoli individui o gruppi organizzati con motivazioni che vanno dal profitto economico allo spionaggio, fino al sabotaggio. Quali sono le tecniche più utilizzate e come evolveranno in futuro? Quali strategie di difesa possiamo introdurre? Nel nostro articolo proviamo a dare alcune risposte.

Attacchi hacker: cosa sono e come funzionano

Le tecniche di attacco più utilizzate dagli hacker

Gli attacchi hacker sono sempre più sofisticati grazie a tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning. Negli AI-driven attacks, gli algoritmi analizzano grandi quantità di dati per identificare le vulnerabilità dei sistemi, automatizzando le attività di scansione ed attacco.
Ad esempio, strumenti basati sull’AI possono generare varianti uniche di malware per eludere le difese tradizionali, come antivirus e firewall. L’AI quindi, come ribadito più volte in precedenti articoli, non è solo a supporto delle aziende che si occupano di cybersecurity ma diventa una tecnologia sfruttata anche dagli attaccanti.

Gli attacchi zero-day sono un altro esempio di attacco molto diffuso e con criticità elevata: questi exploit sfruttano falle di sicurezza sconosciute agli sviluppatori, rendendo impossibile una protezione preventiva. Sono attacchi che possono rimanere dormienti per mesi prima di essere attivati, colpendo infrastrutture critiche in momenti ben precisi, come accaduto spesso in passato a scapito di sistemi finanziari e industriali.

Un altro approccio interessante è rappresentato dai fileless malware, che operano esclusivamente in memoria senza scrivere file sul disco rigido, rendendo la loro rilevazione particolarmente complessa. A ciò si aggiunge il crescente utilizzo di social engineering avanzato, combinato con l’AI per personalizzare email di phishing e ingannare persino i dipendenti più esperti.

Per difendersi, le aziende devono adottare strategie multilivello, come l’analisi comportamentale della rete, il monitoraggio costante delle vulnerabilità e l’utilizzo di sandboxing per isolare potenziali minacce.

Chi sono gli hacker: white hat, black hat e grey hat

Gli hacker non sono tutti criminali. Possono essere classificati in tre categorie principali: white hat, black hat e grey hat. I white hat (hacker etici) lavorano per migliorare la sicurezza informatica, identificando vulnerabilità nei sistemi con il consenso del proprietario. Sono assunti anche da aziende specializzate o da enti governativi per effettuare penetration test e migliorare le difese informatiche.

I black hat, al contrario, sono hacker malintenzionati che violano i sistemi per scopi illegali, come il furto di dati, il sabotaggio o l’estorsione. Operano nell’ombra, sfruttando tecniche avanzate per bypassare le difese, e spesso collaborano in reti criminali organizzate.

La distinzione tra White Hat e Black Hat prende ispirazione dai western americani, dove i cowboy con il cappello bianco rappresentavano il bene, mentre quelli con il cappello nero erano i cattivi. Uno schema poi applicato al mondo digitale con l’evoluzione della cultura hacker negli anni ‘70 e ‘80, periodo in cui gli hacker erano inizialmente visti come pionieri tecnologici. La crescente criminalizzazione delle loro attività ha portato alla nascita di un’etica hacker, che ha distinto le pratiche legittime da quelle illecite.

E gli hacker grey hat? I grey hat rappresentano una zona grigia: pur non agendo con intenti criminali, spesso violano sistemi senza autorizzazione per dimostrare le falle di sicurezza. Sebbene non lo facciano per danneggiare, il loro comportamento può avere conseguenze legali importanti e compromettere la reputation delle aziende.

Attacchi hacker: perché le PMI sono un bersaglio facile

Le piccole e medie imprese (PMI) sono uno dei principali bersagli degli attacchi hacker. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui la limitata capacità di investimento in cybersecurity e una minore consapevolezza delle minacce rispetto alle grandi aziende.

Gli hacker sanno che le PMI spesso utilizzano sistemi obsoleti, password deboli e configurazioni di rete inadeguate, rendendole più facili da penetrare.
Tra gli attacchi più diffusi contro le PMI ci sono i ransomware, che bloccano i dati aziendali fino al pagamento di un riscatto, e lo spear phishing, che inganna i dipendenti per ottenere credenziali di accesso o informazioni sensibili. I Distributed Denial-of-Service (DDoS) invece, possono causare interruzioni all’operatività, causando danni economici significativi.

Investire in cybersecurity non può più essere visto come un costo, ma è un investimento per proteggere il business e mantenere alta la fiducia dei clienti.

Impatti economici degli attacchi cyber per le aziende italiane secondo il report CLUSIT 2024

Secondo il Rapporto Clusit 2024, gli attacchi cyber rappresentano una minaccia sempre più rilevante per le aziende italiane, con impatti economici significativi e crescenti. L’Italia ha registrato un aumento del 65% degli incidenti informatici nel 2023, raggiungendo una quota dell’11,2% degli attacchi globali.

Gli attacchi colpiscono in particolare settori critici come il finanziario e il manifatturiero, con una crescita rispettivamente del 62% e 25%, generando costi diretti e indiretti. Il settore finanziario, ad esempio, ha subito perdite considerevoli dovute al furto di dati sensibili, al pagamento di riscatti e ai danni reputazionali, evidenziando la necessità di investire in misure di cybersecurity avanzate.

Il costo medio di una violazione dei dati per le aziende italiane può superare i 4 milioni di euro, tra spese di ripristino dei sistemi, interruzione delle attività e perdita di fiducia da parte dei clienti.

Inoltre, le tecniche di attacco come ransomware e DDoS continuano a evolversi, rendendo vulnerabili le infrastrutture meno preparate. A questo si aggiunge la scarsità di investimenti in cybersicurezza rispetto ad altri Paesi europei: l’Italia destina solo lo 0,12% del PIL alla sicurezza informatica, un dato significativamente inferiore a quello di Francia e Germania, aumentando l’esposizione al rischio per molte organizzazioni.

Qual è il ruolo della formazione aziendale nella prevenzione degli attacchi cyber?

La formazione aziendale è una delle difese più sottovalutate ma efficaci contro gli attacchi cyber. Gran parte delle violazioni avviene a causa di errori umani, come:

  • cliccare su link di phishing
  • utilizzare password deboli
  • condividere informazioni sensibili senza le dovute precauzioni

È quindi fondamentale educare i dipendenti a riconoscere i segnali di un possibile attacco e a restare sempre informati sulle best practice di sicurezza.
Un efficace programma di formazione interno alle aziende potrebbe prevedere diverse attività, tra cui:

  • Identificazione del phishing: i dipendenti devono imparare a individuare email fraudolente, verificare l’indirizzo del mittente e non cliccare su link sospetti.
  • Gestione delle password: l’uso di password uniche e complesse, supportato da tool di password management affidabili e sicuri, è essenziale per ridurre il rischio di attacchi brute force e credential stuffing.
  • Maggior consapevolezza delle policy aziendali: ogni dipendente dovrebbe essere informato sulle procedure di sicurezza interne, sulla gestione dei dispositivi aziendali e su come effettuare accessi sicuri da remoto. Inoltre, simulazioni regolari di attacchi (ad esempio campagne di phishing simulato) possono aiutare a testare e migliorare l’efficacia delle informazioni acquisite. La formazione non solo riduce il rischio di attacchi, ma rafforza anche una cultura aziendale della sicurezza, in cui ogni dipendente si sente responsabile per la protezione dei dati e dei sistemi aziendali.

Il futuro degli attacchi hacker: cosa aspettarsi nei prossimi anni

Il panorama degli attacchi hacker è in continua evoluzione, spinto dall’adozione di nuove tecnologie e dall’aumento della complessità dei sistemi digitali. Per i prossimi anni, le ipotesi sono che i cybercriminali sfruttino strumenti sempre più sofisticati, sia per attacchi su larga scala che per quelli più mirati.

Attacchi hacker: quali sono i più diffusi

L’ascesa del quantum computing

Con l’avvento dei computer quantistici, gli algoritmi di crittografia attualmente utilizzati potrebbero diventare obsoleti. Gli hacker saranno in grado di decifrare chiavi di sicurezza in pochi secondi, aprendo nuove frontiere da sfruttare per il furto dei dati. Le aziende dovranno prepararsi implementando la crittografia post-quantistica e aggiornando i loro sistemi per resistere a queste nuove minacce.

Espansione delle minacce IoT (Internet of Things)

Con miliardi di dispositivi IoT connessi, le superfici di attacco stanno aumentano esponenzialmente. Gli hacker potrebbero sfruttare dispositivi non protetti o poco protetti, come termostati intelligenti e telecamere di sicurezza, per accedere alle reti aziendali. L’adozione di standard di sicurezza specifici per l’IoT, come già sottolineato dal nuovo regolamento macchine e standard ISA/IEC 62443, sarà fondamentale per mitigare questi rischi.

Intelligenza artificiale (AI) negli attacchi

L’AI sarà sempre più utilizzata non solo per migliorare le difese, ma anche dagli hacker per condurre attacchi automatizzati e mirati. Ad esempio, gli attacchi di spear phishing potrebbero diventare più convincenti grazie a modelli di linguaggio avanzati che personalizzano email o messaggi con grande precisione.

Aumento degli attacchi contro infrastrutture critiche

Settori come l’energia, la sanità e i trasporti saranno bersagli privilegiati, con attacchi progettati per causare disservizi di vasta portata. La protezione di queste infrastrutture richiederà investimenti massicci in cybersecurity e collaborazioni pubblico-private. Per le infrastrutture critiche, e non solo, la nuova direttiva NIS2 prevede obblighi ben precisi.

Cyberwarfare e minacce geopolitiche

In futuro, potremmo assistere anche ad un aumento di attacchi sponsorizzati da governi, che mirano a destabilizzare economie o a influenzare decisioni politiche. Prepararsi al futuro richiederà un approccio proattivo alla sicurezza: analisi delle minacce in real time, collaborazione internazionale nella condivisione di informazioni sulle minacce (threat intelligence) e sviluppo di tecnologie di difesa avanzate come l’AI predittiva e l’architettura zero-trust. Solo così le aziende potranno affrontare uno scenario in costante evoluzione.

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